Silvano Sorbara morto in un incidente stradale a Marino – via appia nuova

Nel cuore della notte, quando via Appia Nuova si veste di silenzio e ombre, un drammatico destino si è compiuto. Un uomo di 67 anni, residente vicino al luogo dell’incidente, ha perso la vita mentre attraversava la strada, in un attimo in cui il tempo pare essersi fermato.

È bastato un secondo, un battito di ciglia, per cancellare interi sogni, progetti, carezze future.

Il dolore delle sirene del 118, giunte troppo tardi, e il silenzio spezzato dai lampeggianti, scandiscono un dramma che colpisce il cuore della comunità.

Via Appia Nuova: ombre, illuminazione assente e velocità pericolosa

Quella porzione di via Appia Nuova a Marino (in discesa, civico 296), poco distante da un semaforo, è già diventata tristemente celebre per incidenti simili.

La strada scende in pendenza, incanalando il traffico veloce sotto un sudario di oscurità, dove l’illuminazione è un miraggio.

L’automobile, una Dacia Sandero, guidata da una donna di 41 anni, si è trovata improvvisamente davanti la sagoma di un uomo che stava attraversando. Non lo ha visto,  così la vita ha ceduto il posto a un’ombra, inevitabile e crudele.

Luce e ombre: incidente mortale nella notte

Quando cala la sera, via Appia Nuova si trasforma in un alternarsi di chiaroscuri ingannevoli.

I lampioni, distanti tra loro, proiettano bagliori incerti che non bastano a rischiarare il cammino.

Le auto, con i fari accesi, creano ombre mobili che confondono lo sguardo, facendo scomparire improvvisamente i contorni di chi attraversa.

È in quel gioco crudele di luce e oscurità che i pedoni diventano invisibili, figure fragili sospese in un’illusione ottica che può trasformarsi in un incidente mortale in un battito di ciglia ‍♂️.

Lì dove il passato storico s’interseca col dolore moderno

Via Appia Nuova non è soltanto una strada: è un antico cammino carico di storia. Voluta da Gregorio XIII nel 1574, è stata testimone di ascesa urbana, villaggi che si spingevano verso Roma.

Eppure, sotto la luce fioca dei lampioni moderni, quel passato sembra lontano. La storia, quel giorno, ha fatto un passo indietro, travolta da un destino che ha mescolato l’antico col contemporaneo in un istante di tragica verità.

L’eco del dolore

Il freddo asfalto ha inghiottito una vita, ma ha svegliato un coro di lacrime, rimpianti, perché non hai guardato meglio?, avremmo potuto prevenirlo?. La comunità di Marino e Albano si stringe, fatta di volti familiari, sguardi che si cercano nel buio, domande che faticano a trovare risposta. Le fiaccole della memoria si accendono nelle piazze, sulle voci di chi chiede più sicurezza, più luce, più presidi contro l’indifferenza.

Il vuoto lasciato da un uomo, da un padre

Dietro quel numero, “67 anni”, c’era una storia. Una moglie che attendeva il suo ritorno, figli con i cui sguardi si mescolavano speranza e quotidianità.

Ora, il silenzio che pesa è pieno di promesse non mantenute, di abbracci interrotti, di punti interrogativi sospesi nell’aria. Non sono cifre, non è cronaca: è la perdita di un uomo che camminava, pensava, respirava, amava.

Marino in lutto

I carabinieri, con la lucidità fredda dell’indagine, hanno portato via la salma verso una sala fredda, dove l’autopsia attende la sua verità.

Lei, la donna al volante, ha chiamato aiuto non appena realizzato l’impatto, ferma nel suo dolore e nel suo silenzio. I test sono stati già effettuati, come rituali di una giustizia che cerca risposte. Ma nulla potrà restituire ciò che è stato tolto in un istante.

Interventi strutturali sulla viabilità via appia

Mentre la notte torna a riempire le vie, rimane il peso del lutto.

Ma anche una scintilla: la volontà di non lasciar cadere nel silenzio questo sacrificio. Chiedere più illuminazione, interventi strutturali, segnaletica visibile. Ricordare che ogni vita attraversa la strada cercando un domani, e quel domani merita rispetto.

Marino (Castelli Romani) è ancora lì, con la sua storia, le sue pietre e ora il suo dolore: un invito a costruire più sicurezza, affinché nessun altro attraversi il buio senza tornare a casa.

 

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