Paul Olivian Damian morto investito su via Anagnina a Roma

Era ormai sera, poco dopo le 22:00, quando il destino di Paul Olivian Damian, 34enne di origini rumene,residente nella zona di Morena (Roma) si è fermato.

In via Anagnina, all’altezza del civico 259, un’auto – una DR 4.0 – lo ha travolto violentemente mentre stava attraversando la strada.

I passanti si sono fermati, hanno chiamato il 118, ma i soccorsi sono stati vani: Paul Olivian Damian è morto sul colpo.

Incidente Mortale per il pedone

Paul Olivian Damian  abitava a Morena, un quartiere periferico che spesso “sente” troppo da vicino tragedie simili di incidenti mortali di pedoni. Poco si sa della sua famiglia — non sono emerse notizie certe sui parenti più stretti, come moglie, figli, fratelli — ma è facile immaginare il vuoto che lascia dietro di sé.

La città lo conoscerà solo con quel nome inciso nei titoli, ma per chi lo accarezzava ogni giorno — amici, forse sorelle o fratelli — Paul Olivian Damian non è solo un nome: è un affetto perduto, un futuro interrotto.

La dinamica: un attraversamento fatale

Stando agli accertamenti, la vittima stava attraversando via Anagnina, nella direzione verso Grottaferrata. L’auto – una DR 4.0 – guidata da un uomo di circa 38 anni, lo ha centrato in pieno. Il conducente, scosso, si è fermato. Le sue condizioni fisiche non sono note, ma è stato accompagnato al Policlinico di Tor Vergata per i necessari test di alcol e droga.

Agenti del VII gruppo Tuscolano della Polizia Locale sono intervenuti quasi subito per i rilievi, misurazioni, fotografia della scena, prelievo di tracce. L’auto è sequestrata, il conducente è accusato di omicidio stradale.

 

Le conseguenze e l’indagine

Nel silenzio che segue uno schianto accompagnato da stridio di freni e latrati di pneumatici, restano i segni: vetri rotti, pezzi di carrozzeria, sangue su asfalto. E restano gli interrogativi. Il conducente è stato sottoposto a test alcolici e tossicologici, ma i risultati non sono stati resi pubblici; occorre capire se fosse in stato di alterazione, e con quale velocità stesse procedendo.

Gli agenti dovranno ricostruire cosa è accaduto quella sera: la visibilità, le luci, eventuali distrazioni — un cellulare, una distrazione, un colpo di sonno? — la segnaletica orizzontale, le condizioni della strada.

Se emergeranno responsabilità, l’iter giudiziario potrebbe trasformare quel tragico evento in un processo per omicidio colposo o volontario stradale. Ma nulla restituirà Paul Olivian Damian ai suoi cari.

Il contesto: Roma e le vittime dimenticate

L’episodio di via Anagnina si inserisce in un quadro più ampio: nel 2025, già 28 pedoni sono morti sulle strade di Roma (dato riportato da cronache locali). Ogni nome, ogni volto, si somma al dolore collettivo.

Nonostante campagne di sensibilizzazione, limitazioni di velocità, zone pedonali e attraversamenti segnalati, il fenomeno continua. Le strade, per chi cammina, non sono sicure come dovrebbero essere. E ogni vita spezzata chiede risposte: di prevenzione, di responsabilità, di giustizia.

Morto Pedone Investito su via Anagnina

La morte di Paul Olivian Damian è un grido muto nel buio, un momento congelato che riempie di angoscia.

Ai familiari, anche se non conosciamo nomi precisi, va la nostra vicinanza (mentre leggiamo del dramma ripetuto, del nome che rimbalza nei titoli).

 

Molti incidenti mortali si verificano nelle ore serali, quando l’illuminazione pubblica vacilla, le luci dell’auto disorientano e i riflessi prendono il sopravvento. Alcune drammatiche statistiche mostrano che gli attraversamenti non protetti, i tratti fuori dai centri abitati, o le strade con marciapiedi discontinui, sono i più pericolosi.

Anche la tipologia del veicolo — come la DR 4.0 usata in questo caso — può giocare un ruolo nel modo in cui l’impatto si propaga: assorbimento d’urto, altezza del frontale, angolazione, e perché no, anche lo stato dei pneumatici e dei fari. Spesso, nei rilievi, emergono dettagli minimi che fanno la differenza: segni di frenata lunghi, tracce di manovra improvvisa, olio sulla carreggiata, presenza di curve o pendenze vicine.

E infine: il contesto sociale. Un uomo di 34 anni, probabilmente in buona salute, che vive a Morena, lontano dai riflettori. Chi era Paul Olivian Damian? Quali sogni coltivava? Forse un lavoro da portare avanti, una famiglia da sostenere, amici che attendevano il suo ritorno.

Un addio che scuote

La città perde una persona che aveva un nome e una storia: Paul Olivian Damian. Quel nome risuona nelle strade, nei giornali, nell’angoscia di chi attraversa ogni giorno. Non possiamo accettare che tragedie simili diventino routine.

Chi guida deve guardare oltre il volante, riconoscere vulnerabilità, agire con coscienza. Chi cammina, pur con il rischio, deve essere rispettato. Le strade sono di tutti, e ogni vita spezzata – come quella di Paul Olivian Damian – è un monito feroce: non possiamo tacere, non possiamo dimenticare.

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